C’era una volta un pomeriggio tutto dorato. E c’era una
barca che navigava lungo il Tamigi, guidata da due giovani reverendi per tre sorelline,
figlie del decano di Christ Church a Oxford. Tutte e tre richiedono una storia che
le allieti nella calura di luglio, e la bimba di mezzo , in particolare, chiede
che sia piena di nonsensi. Nasce così la storia di Alice, la “bambina del sogno”,
che muove i suoi primi passi capitolando letteralmente sotto terra, per poi
conoscere (in una versione perfezionata e già destinata alla stampa) le bizzarrie
stralunate del Paese delle Meraviglie e ciò che si nasconde oltre lo specchio.
Era il pomeriggio del 4 luglio di 152 anni fa, un venerdì
esattamente come oggi, quando il reverendo Charles Lutwidge Dodgson acconsentì
alla richiesta della piccola Alice Liddell, e la trasformò nell’immortale
eroina dei due più famosi romanzi per l’infanzia (e non solo), e si trasformò
lui stesso, adottando il nom de plume
Lewis Carroll. Il mondo della mente divenne una fantasticheria gioiosa e gloriosa,
popolata di stravaganti gatti ghignanti e creature dall’etimologia arditissima,
il rifugio ideale per chi non poteva fare a meno di mescolare l’esperienza
della realtà con quella del sogno.
Alice – tanto il personaggio inventato, quanto la piccola
fanciulla di quell’estate del 1862 – avrebbe continuato a popolare i sogni del
timido e geniale reverendo, lo avrebbe perseguitato come un fantasma “che muove
sotto cieli mai visti da occhi desti”, destinandolo a una vita di malinconia e
castità. “Tagliatele la testa!” grida la Regina di Cuori al termine di uno
strampalato processo (dove la sentenza precede il verdetto), ma ogni volta che
entriamo nel mondo di Alice con gli occhi innocenti del sognatore non è un po’
come fossimo noi a perderla?
Off with His Head! (Pencil Rumble)
matita su carta
23,6 x 29,7 cm
2014